Allocchio Bacchini & C. Ingegneri Costruttori
Nel 1919 l’ing. Allocchio, allora tenente del Genio Militare, studioso cultore di ogni ramo della tecnica ed osservatore appassionato dei problemi inerenti la radiofonia, impiantò un piccolo laboratorio in via Rasori a Milano per la costruzione di strumenti di misura, ai quali aggiunse poi i radioricevitori. Nel 1920 si aggregò alla piccola realtà l’ing. Bacchini costituendo la società denominata col nome che tutti conosciamo, ovvero la Allocchio Bacchini & C. Ingegneri Costruttori con sede in Corso Sempione 95 dove occupò una piccolissima parte rispetto all’area occupata dallo stabilimento che la società possedeva negli anni ’40. Sul finire degli anni '30 la Allocchio Bacchini & C fu una delle poche aziende italiane ad immergersi nell'avventura televisiva investendo ingenti capitali fino a proporre un televisiore commerciale completo, il mod. TV1. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale La Bacchini, come la totalità delle aziende italiane, converte la propria produzione al completo sforzo bellico producendo esclusivamente prodotti per le FFAA. Nel 1940 l'azienda contava 2.000 operai in tre stabilimenti (Milano, Saronno, Caronno Pertusella) e una cinquantina di impiegati, 20 dei quali ingegneri progettisti. I bombardamenti del 1943 su Milano danneggiarono gravemente lo storico stabilimento di corso Sempione rendendolo inagibile e l'azienda fu costretta a trasferirsi in una vecchia filanda dismessa a Caronno Pertusella abbandonando definitivamente la sede di corso Sempione. Al termine del conflitto, la ditta in mancanza di commesse militari e a causa degli ingenti danni subiti, si ritrovò in crisi di liquidità e fu costretta a chiudere. Lo stabilimento di Corso Sempione fu così rilevato dall'Editoriale dell'ing. Sisini che già all'ora pubblicava la Settimana Enigmistica. Trovatisi improvvisamente senza lavoro, tre dei dirigenti dell'Allocchio Bacchini, Raffo, Recla e Ferri diedero vita ad una nuova società, la ABC Radiocostruzioni S.r.l. (A e B stavano proprio per le iniziali della ditta precedente, con il significato del logico proseguimento dell'attività interrotta), con sede e stabilimento in via Tellini 16. Anche la ABC si buttò a capofitto nel settore televisivo cercando di proporre in breve tempo prototipi di apparecchi televisivi: tali ingenti investimenti crearono seri problemi economici e fu costretta a chiudere per mancanza di liquidità. Parallelamente, su iniziativa del cav. Gianni Viganò, industriale del settore ottico, fu fondata la Radio Allocchio Bacchini S.r.l., con sede legale in piazza Santa Maria Beltrade 1 e stabilimenti in via Ornato 64 a Niguarda, all'estrema periferia di Milano e viale Abruzzi 4. L'azienda, anche grazie al suo marchio che ricordava la prestigiosa azienda dell'anteguerra, ebbe una buona presenza nel mercato negli anni cinquanta-sessanta e le sue produzioni comprendevano televisori, radio portatili, giradischi, registratori. A dirigere la nuova realtà fu chiamato il dott. Recla, progettista storico della Allocchio Bacchini & C. il quale chiuse la ABC e assunse il nuovo incarico. Tuttavia, negli anni seguenti l'azienda incontrò delle difficoltà, dovute principalmente alla concorrenza estera, e ciò portò alla chiusura delle sue attività alla vigilia degli anni settanta.
Breve descrizione
L'inedito modello dell'Allocchio Bacchini che mostro in queste foto, è indubbiamente rarissimo, a forma di cupola, la tela è la classica Bacchini come pure il telaio dorato, simile su altri modelli e utilizzato anche da altre marche come la FOR. Una possente cornice in bakelite recante il logo dell'azienda in rilievo, racchiude la bella scala in celluloide molto ampia e chiara, rigorosamente in stile numerico. E' incredibile notare che dopo quasi 100 anni il circuito elettrico è intoccato!
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