VALUTARE UNA RADIO D'EPOCA

Premesse

E' facile valutare una radio? Non proprio!

Valutare una radio d’epoca non è cosa semplice ed è per questo motivo che è opportuno affidarsi a persone competenti in materia, poiché, come in ogni settore collezionistico, vi sono particolarità che solo gli esperti possono conoscere. L’analisi di una radio d'epoca, ai fini valutativi, è alquanto complessa, richiede esperienza, professionalità e profonda conoscenza del mondo radiofonico e del mercato collezionistico. Nella valutazione vengono presi in considerazione molti parametri fondamentali tra cui le condizioni di conservazione, lo stile, la marca, il modlelo, la serie, gli accessori, la qualità costruttiva, i materiali utilizzati, il valore estetico del modello, la rarità, la provenienza, e tanto altro ancora.
E' facile valutare una radio? Non proprio!

Bla, Bla, Bla...

Rivolgendosi ad “improvvisati conoscitori”, semplici riparatori o a generici antiquari e rigattieri si ottengono quasi sempre pareri arbitrari ed infondati che distorcono l’effettivo reale valore di un apparecchio, con ingiustificati picchi verso l’alto o verso il basso. E' importante che la persona che deve esprimersi su una radio d’epoca sia quantomeno un conoscitore del tema specifico da anni e che abbia prodotto lavori, ricerche, pubblicazioni, strinto collaborazioni attive con realtà del settore, partecipato a mostre, convegni, trasmissioni televisive, ecc…, insomma che abbia acquisito un bagaglio di esperienze tali da potersi fregiare del titolo di “esperto”.
Bla, Bla, Bla...

Professionalità e Competenza

Quindi,  primo fattore determinante nella valutazione di una radio, è sicuramente la competenza e la serietà del consulente incaricato che può essere dimostrato, oltre che dal proprio curriculum, da un necessario percorso logico, professionale e trasparente, supportato da evidenti documenti e/o dichiarazioni ufficiali sottoscritte a comprova di ciò che si asserisce. C’è sempre un gran interesse sull’argomento, ma anche una gran confusione quando parliamo di stime, valutazioni ed expertise di radio d'epoca e relativi accessori: ma nello specifico di cosa stiamo parlando? Qual è la differenza tra valutazione, stima e expertise? Quali sono i primi passi da fare per conoscere il valore di un apparecchio? Facciamo un po’ di chiarezza insieme.
Professionalità e Competenza
Cosa Fare e Non Fare

Cosa Fare

Il primo passo da fare per chiedere una valutazione è coordinarsi con il consulente per visionare l’apparecchio di persona e, ove ciò non fosse possibile, mostrare la radio in ogni suo aspetto, esteriore ed elettrico, tramite un servizio fotografico accurato, da inviarsi a mezzo E-mail o anche semplicemente tramite WhatsApp. Le foto dovranno ritrarre il mobile dell’apparecchio in ogni angolazione e in ogni sua peculiarità, comprendendo in particolar modo la parte elettrica ossia il telaio (o altrimenti detto “chassis”) visibile posteriormente (nella maggior parte dei casi rimuovendo semplicemente il pannello posteriore oppure alzando il coperchio).
Cosa Fare

Importante! Attenzione!

Non tentare MAI di accendere la radio per verificarne il funzionamento: si potrebbero causare danni irreversibili all’apparecchio compromettendo così il suo valore. Spesso si ritiene (erroneamente) che un apparecchio d'epoca valga di più se funzionante che da riparare. Quasi tutti i collezionisti preferiscono mettere le mani per primi sul circuito! Accendere di colpo una radio dopo decine d'anni di inattività, sicuramente causa la perdita se non l'esplosione dei condensatori elettrolitici o peggio, la bruciatura del trasformatore di alimentazione impostato su una tensione di esercizio errata.
Importante! Attenzione!

Cosa non fare!

Non cercare di far riparare la radio pensando che solo così il suo valore possa aumentare: spesso le radio hanno molto più valore se rimangono “intoccate” piuttosto che perfettamente efficienti dopo riparazioni non professionali. E' importante che ogni componente resti esattamente al suo posto, compreso i fili telati, sterlingati o gommati, anche se screpolati e certamente in corto circuito. Non importa. Tutto deve restare cristallizzato quanto più possibile allo "stato di fabbrica". Riparazioni maldestre, spesso irreversibili, rendono l'apparecchio radio invendibile. Lasciare all'esperto collezionista la cura del circuito, è la scelta giusta da seguire.  
Cosa non fare!

Da evitare!

Non far restaurare il mobile pensando che un mobile brillante e ben pulito valga di più di uno polveroso e sporco. Molte radio, specialmente le più rare, mantengono il loro valore assoluto nel tempo solo se conservate in patina originale. Un restauro non professionale del mobile può compromettere pesantemente il valore dell’apparecchio; la stragrande maggioranza dei collezionisti  è orientata verso apparecchi intonsi ma originali piuttosto che mal riparati e peggio restaurati. Un mobile sverniciato e rilucidato, anche se a gommalacca, subisce, di fatto, una modifica irreversibile. Il ripristino della finitura originale, con i suoi graffi, screpolature, macchie e fori di tarlo, "toglie la vita vissuta" alla radio stessa. Il restauro integrale del mobile deve avvenire solo in ultima ipotesi, quando lo stato conservativo risulta pessimo se non impresentabile. 
 
(sotto un esempio di restauro "pesante" di una Radiomarelli mod. 9A26 prima e dopo l'intervento)
Da evitare!
Criteri di Valutazione
Per valutare una radio d’epoca bisogna necessariamente tenere di conto di quattro criteri fondamentali:

L’aspetto estetico

Per aspetto estetico s’intende la tipologia del mobile (a cupola, a cattedrale, a mezza cupola, a cupola ribassata, andamento verticale, tombstone, stile littorio, stile coloniale, andamento orizzontale, a cassettina, a cassapanca, a scrigno, a fagiuolo, ecc), lo stato di conservazione (intonso nuovo di fabbrica, vissuto, tarlato, danneggiato, ecc...) ed il materiale in cui è realizzato  (in legno massiccio, in legno multistrato impiallacciato, in metallo, in plastica, in urea, in galalite, in bakelite, in catalina, ecc...)
L’aspetto estetico

L’aspetto tecnico

Per aspetto tecnico s’intende il modello, la serie, la tipologia di componentistica, la tipologia circuitale (a galena, supereterodina, reflex, ecc...), la tipologia di telaio e cablaggio (cablaggio rigido in cassetta, cablaggio aereo da chassis, circuito stampato, ecc...), la tipologia di scala di sintonia (parlante, numerica, graduata, ecc...).
 
(sotto due esempi di cablaggio del circuito: a sinistra il cablaggio di una RAM mod. RD8 del 1927, a destra un cablaggio di una Unda mod. MU60 del 1932)
L’aspetto tecnico

L'Azienda Produttrice (Marca)

La casa produttrice di una radio ha un ruolo importante nella valutazione di un apparecchio poiché le aziende dell’epoca più importanti e prestigiose conferiscono oggi un valore aggiunto all’apparecchio e di conseguenza apparecchi autocostruiti privi di marca avranno un valore minore rispetto agli apparecchi con un marchio di fabbrica. In tale contesto anche la nazionalità della casa produttrice giocherà un ruolo determinante nell’individuazione del valore; apparecchi di nazionalità straniera avranno meno valore rispetto ad un apparecchio progettato, prodotto e commercializzato esclusivamente in italia.
L'Azienda Produttrice (Marca)

Lo stato di conservazione

Questo importantissimo aspetto concerne l’originalità e la completezza di ogni parte esteriore compresa la finitura del mobile, la tela, le manopole, ecc..., nonché e soprattutto l’originalità di ogni componente elettrico unitamente alla inviolabilità del circuito elettrico stesso.
 
(sotto un povero telaio Radiomarelli mod. Tamiri del 1934 che per renderlo funzionante... è stato sventrato per far posto ad un moderno circuito stampato)
Lo stato di conservazione

Inoltre, come se non bastasse...

A questi criteri generali si possono sommare altri criteri particolari come ad esempio la dotazione della documentazione dell’epoca che corredava l’apparecchio (es. fatture d’acquisto, libretti d’uso e manutenzione, ecc...), oppure colorazioni speciali del mobile (colorazione della bakelite, della finitura del legno, ecc...), oppure gli accessori in dotazione (altoparlanti esterni, antenne, filtri, alimentatori, ecc...).
Inoltre, come se non bastasse...
Categorie della Valutazione
Una volta identificata la marca ed il modello dell’apparecchio oggetto della valutazione, è necessario collocare l’apparecchio in un preciso momento storico ed evolutivo. Questa suddivisione e classificazione per fasce storiche è oramai ampiamente condivisa dal mondo collezionistico e dall’editoria specializzata e si suddivide in:
- Vintage (radio prodotte fino al 1920)
- Veterane (radio prodotte dal 1921 al 1930)
- Classic (radio prodotte dal 1931 al 1945)
- Post-Classic (radio prodotte dal 1946 al 1955)
- Modern (radio prodotte dal 1956 al 1965)
- Transistor (radio con tecnologia ibrida o totalmente a transistor prodotte dal 1948 al 1970)
- Novelty (radio-gadget a valvole e a transistor prodotte dal 1950 in poi)

La Rarità

Infine l’apparecchio dovrà essere ulteriormente catalogato in base alla propria rarità valutata tenendo in considerazione la reperibilità  sul territorio nazionale secondo le seguenti categorie:  
 
  • Rarità Assoluta
  • Raro
  • Diffuso
  • Comune
Non bisogna però mai dimenticare la seguente massima: “un apparecchio molto raro non è detto che sia anche molto valutato”.
La Rarità

RARITA’ ASSOLUTA

Una radio potrà essere certificata come tale quando la stessa risulta unica o di difficilissima reperibilità sul mercato e scarsamente presente in collezioni private o presso esposizioni museali.
RARITA’ ASSOLUTA

RARO:

Un apparecchio sarà certificato come “raro” quando risulta difficilmente reperibile sul mercato ed è stato censito in un certo numero, seppur limitato, presso solo alcune collezioni private o taluni musei.
RARO:

DIFFUSO

Potrà definirsi tale una radio facilmente reperibile sul mercato e presente nella maggior parte delle collezioni o esposta nei diversi musei della comunicazione presenti sul territorio nazionale.
DIFFUSO

COMUNE

Un apparecchio si definirà comune quando è nota la sua diffusione in centinaia o migliaia di esemplari, presente ovunque e reperibile senza alcuna difficoltà.
COMUNE
I Falsi e le Repliche

I Falsi

Come per tante altre categorie di oggetti anche le radio attirano l’interesse dei falsari che tentano di contraffare quelle di maggior valore realizzandole ex-novo o tentano di “personalizzare” quelle di poco valore per spingerle ai massimi livelli di quotazione. Va detto comunque che in genere, i falsi sono piuttosto rari. Ciò che comunque accade molto frequentemente è trovarsi di fronte ad apparecchi raffazzonati o maneggiati in maniera maldestra.  In questo modo un apparecchio in apparenza originale non lo è affatto. Solo un’adeguata documentazione e un buon bagaglio di conoscenza possono in certi casi essere d’aiuto. In ogni caso un falso è sempre tale e non ha alcun valore a livello collezionistico.
(a destra un orribile falsificazione di un comune apparato Loewe mod. EB205W)
I Falsi

Le Repliche

Le repliche a differenza dei falsi, sono dichiaratamente tali. In linea di massima sono apparecchi per i quali non esiste più l’originale e una fedele ricostruzione eseguita con materiali dell’epoca rappresenta ancora quanto si può ammirare. Di solito vengono eseguite a scopo di ricerca archelogico-scientifica (es. i cimeli marconiani) e sono impiegate ad uso ludico-didattico.
 
(a sinistra un esempio di replica di apparecchiatura marconiana a scopo didattico)
 
Le Repliche