Scheda n°000057 dell'Apparecchio:
Watt Radio

Radiobalilla Watt Radio

Radiobalilla Watt Radio Vista frontale
Radiobalilla Watt Radio retro Vista posteriore
MARCAWatt Radio
MODELLORadio Balilla
ANNO DI FABBRICAZIONE1937-1939
TIPOLOGIA DEL MOBILEMobile verticale
TIPOLOGIA DI SCALAScala numerica a mezzaluna
NUMERO DI MATRICOLA200
ALIMENTAZIONEA corrente alternata da rete
STRUTTURA CIRCUITALEAmplificazione diretta
GAMME D'ONDAOnde Medie
DIMENSIONI ESTERNE32 x 33,5 x 22,5
TIPO VALVOLE80 - 42 - 6B7
PREZZO DELL'EPOCALire 430
CLASSE STORICAClassic (1931-1945)
CLASSE RARITA'
DOCUMENTI PRESENTIAssenti
PUBBLICITA' DELL'EPOCADisponibile

NOTE: Apparecchio ottimamente conservato, completo dei fregi, manopole, tela e pannello originali. Per maggiori info si rimanda alla scheda tecnica online.



Watt Radio Torino

Watt Radio Torino
La Watt Radio - Fabbrica Conduttori Elettrici Isolati S.A. con sede in Torino, venne fondata nel 1924 per iniziativa di Giuseppe Soffietti con la denominazione Rag. G. Soffietti & C. La ditta nasce per la produzione di materiale elettrico vario, con particolare attenzione per i conduttori elettrici isolati, dedicandosi, fin dall'inizio, al commercio e alla costruzione di parti staccate per radiofonia. Dal 1925 al 1927 si dedica prevalentemente alla costruzione e commercio di parti staccate per radiofonia e dal 1928 si dedica alla produzione di apparecchi radioriceventi con altoparlante separato. Dal 1929 produce apparecchi compatti e completi e radiofonografi finiti. Nel 1930 diviene concessionaria con licenza Jensen americana per la fabbricazione di altoparlanti. Negli anni trenta, la produzione Watt Radio venne ampliata ad altre categorie di apparecchi quali radioricevitori, amplificatori a bassa frequenza, impianti centralizzati di riproduzione sonora ed apparati elettroacustici, microfoni, cellule fotoelettriche, prese grammofoniche, divenendo una delle maggiori realtà industriali italiane dell'elettronica domestica. Durante la seconda guerra mondiale, lo stabilimento subì gravi danneggiamenti a causa dei bombardamenti che colpirono il capoluogo piemontese. Le attività furono riprese nel 1948, ed entrò nel campo della televisione. In collaborazione con la Rai effettuò esperimenti con le trasmissioni televisive, che nel 1954 portarono all'attivazione del centro trasmittente di Torino Eremo, detto "Canale C", con l'irradiazione del segnale del primo canale. Negli anni settanta l'azienda incontrò le prime difficoltà, causate dalla aggressiva concorrenza estera. Tale situazione portò di lì a poco alla liquidazione della società. Divenuta successivamente Watt Radio S.r.l., dopo gli anni 2000 ha sede a Beinasco. Attualmente commercializza e ripara televisori LCD e LED.

Ricevitore Popolare Radiobalilla Watt

Ricevitore Popolare Radiobalilla Watt
La RadioBalilla era una radio popolare italiana che venne lanciata nel 1936 alla VIII Mostra Nazionale della Radio di Milano. Veniva realizzato con materiali poveri e un circuito molto semplice a tre valvole (amplificazione diretta senza reazione).

Con Radio Balilla non è una marca oppure non si intende solo un modello particolare bensì un progetto unificato a cui aderivano alcune tra le marche più importanti del tempo (RadioMarelli, CGE, Telefunken, Allocchio Bacchini, Unda Radio, Watt, ecc.) ognuna delle quali secondo standard produttivi personalizzati e su specifiche disposizioni ministeriali al fine di contenere il costo di vendita entro le Lire 430 (vedere Decreto Ministero delle Comunicazioni 1 febbraio 1937) destinato al pubblico civile.

Questo tipo di ricevitore rappresentava la naturale evoluzione del progetto di diffusione della radio iniziato con la Radio Rurale, modello più sofisticato e costoso destinato ad oganizzazioni fasciste, dello Stato, Dopolavoro, Scuole, Comuni, ecc.. la cui vendita era vietata per il pubblico. L'intento della Radiobalilla, a differenza della Radiorurale, era quello di diffondere la radio a condizioni economiche favorevoli anche alle famiglie meno abbienti. L'elevata diffusione avrebbe consentito una più capillare espansione della politica di regime. In effetti, essa ha rappresentato il primo vero e proprio inizio dell'uso dei media a scopo politico.

Il Radiobalilla o Radio Balilla era un semplice ricevitore con circuito ad Amplificazione Diretta senza reazione a sole 3 valvole per la gamma delle onde medie commerciali e necessitava di una buona antenna e di un buon collegamento di terra e, in ogni caso, era considerato un ricevitore decente per le sole emittenti locali. 

La commercializzazione e quindi la diffusione, però, fu ostacolata già a monte dalle case costruttrici stesse che preferivano vendere altri modelli dove i margini di guadagno erano maggiori. Nei saloni della radio e nelle fiere di settore il Balilla era sempre posto in secondo piano, in un angolo e comunque poco in vista nonostante il bttage pubblicitario promosso dai vertici del regime.

Il termine della produzione del Radio Balilla ha coinciso con l'inizio della produzione della Radio Roma, ennesimo tentativo di popolarizzazione della radio che, nonostante si trattasse di un ricevitore economico migliore del Balilla, non raggiunse i risultati sperati anche a causa della soppressione dell'Ente Radio Rurale nel 1940 a causa dello scoppio della Guerra. 

Il nostro esemplare

Il nostro esemplare
L'apparecchio che mi accingo a descrivere è un raro modello prodotto dalla Watt Radio di Torino, senz'altro più raro dei più comuni modelli podotti dalla CGE e Telefunken. Si presenta in ottimo stato di cosnervazione, in patina originale, con tutti i fregi originali e non tagliati, la tela e le manopole originali così come pure il pannello posteriore. Non è possibile visionare il cablaggio ma, vista la conservazione generale dell'apparecchio e del telaio, si può pensare sia intonso o quasi. Rappresenta l'unico esempio di Radiobalilla la cui targhetta di identificazione nasconde il cambiatensioni. La Watt Radio produsse due serie identiche che differivano solo per la diversa tipologia di zoccoli. E' fondamentale mantenere in questo stato l'esemplare in oggetto e non biosgna tentare un ipotetico restauro ne tantomeno una riparazione. Questi tentativi ridurrebbero drasticamente il valore della Radiobalilla. 
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