Scheda n°000018 dell'Apparecchio:
Allocchio Bacchini & C.

Allocchio Bacchini & C. - mod. 32CA/G

Allocchio Bacchini & C. - mod. 32CA/G Vista frontale
Allocchio Bacchini & C. - mod. 32CA/G retro Vista posteriore
MARCAAllocchio Bacchini & C.
MODELLO32CA/G
ANNO DI FABBRICAZIONE1932
TIPOLOGIA DEL MOBILEMobile verticale
TIPOLOGIA DI SCALAScala numerica a finestrella
NUMERO DI MATRICOLA22014
ALIMENTAZIONEA corrente continua da rete
STRUTTURA CIRCUITALESupereterodina
GAMME D'ONDAOnde Medie
DIMENSIONI ESTERNE40x55x35
TIPO VALVOLE47,80,35,24
PREZZO DELL'EPOCALire 1500
CLASSE STORICAClassic (1931-1945)
CLASSE RARITA'
DOCUMENTI PRESENTIno
PUBBLICITA' DELL'EPOCA

NOTE:
La Allocchio Bacchini presentata in questa sezione è da considerarsi una vera rarità poichè, sino al suo ritrovamento era ritenuta scomparsa dal mercato. In queste condizioni intonse, di patina e di parte elettrica è certamente un apparecchio degno di attenzione.



Allocchio Bacchini

Allocchio Bacchini
Nel 1919 l’ing. Allocchio, allora tenente del Genio Militare, studioso cultore di ogni ramo della tecnica ed osservatore appassionato dei problemi inerenti la radiofonia, impiantò un piccolo laboratorio in via Rasori a Milano per la costruzione di strumenti di misura, ai quali aggiunse poi i radioricevitori. Infatti alla prima Fiera Campionaria di Milano nel 1920 la piccola officina già esponeva, tra i propri prodotti, anche apparecchi radioriceventi. Nello stesso anno si aggregò alla piccola realtà l’ing. Bacchini costituendo la società denominata col nome che tutti conosciamo, ovvero la Allocchio Bacchini & C. Ingegneri Costruttori con sede in Corso Sempione 95 dove occupò una piccolissima parte rispetto all’area occupata dallo stabilimento che la società possedeva negli anni ’40. Subito prima della Guerra d'Abissinia, la ditta milanese occupava più di mille persone tra tecnici e maestranze e costruiva una miriade di strumenti di precisione per tutti i rami della radio, apparecchi radiofonici e apparecchiature elettriche complete per cinema sonoro (per conto della ditta Cinemeccanica). A quell'epoca la produzione della fabbrica di Corso Sempione era quasi tutta destinata alle Forze Armate: infatti il Regio Esercito, la Regia Marina e la Regia Aeronautica erano i tre maggiori acquirenti della Allocchio Bacchini & C. Subito dopo, per ordine di importanza, i secondi maggiori acquirenti erano i Gabinetti delle Regie Università e di quelli delle grandi società. Pare quindi che la vendita di apparecchi per il pubblico fosse un settore marginale rispetto alla totalità della produzione della ditta. Nonostante questo, la qualità delle radio prodotte dagli anni ’20 agli anni ’40 è di altissimo livello. Sul finire degli anni '30 la Allocchio Bacchini & C fu una delle poche aziende italiane ad immergersi nell'avventura televisiva investendo ingenti capitali fino a proporre un televisiore commerciale completo, il mod. TV1 del quale se ne conserva un rarissimo esemplare presso il Museo Scienza e Tecnica di Milano. Nel 1939 assieme alla Magneti Marelli creò un impianto per la realizzazione sperimentale delle trasmissioni televisive, il cui trasmettitore fu installato al Parco Sempione. Le prove furono sospese l'anno successivo a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La Bacchini, come la totalità delle aziende italiane, converte così la propria produzione al completo sforzo bellico producendo esclusivamente prodotti per le FFAA. Nel 1940 l'azienda contava 2.000 operai in tre stabilimenti (Milano, Saronno, Caronno Pertusella) e una cinquantina di impiegati, 20 dei quali ingegneri progettisti. I bombardamenti del 1943 su Milano danneggiarono gravemente lo storico stabilimento di corso Sempione rendendolo inagibile e l'azienda fu costretta a trasferirsi in una vecchia filanda dismessa a Caronno Pertusella abbandonando definitivamente la sede di corso Sempione. Al termine del conflitto, la ditta in mancanza di commesse militari e a causa degli ingenti danni subiti, si ritrovò in crisi di liquidità e fu costretta a chiudere. Lo stabilimento di Corso Sempione fu così rilevato dall'Editoriale dell'ing. Sisini che già all'ora pubblicava la Settimana Enigmistica. Trovatisi improvvisamente senza lavoro, tre dei dirigenti dell'Allocchio Bacchini, Raffo, Recla e Ferri diedero vita ad una nuova società, la ABC Radiocostruzioni S.r.l. (A e B stavano proprio per le iniziali della ditta precedente, con il significato del logico proseguimento dell'attività interrotta), con sede e stabilimento in via Tellini 16. Anche la ABC si buttò a capofitto nel settore televisivo cercando di proporre in breve tempo prototipi di apparecchi televisivi: tali ingenti investimenti crearono seri problemi economici e fu costretta a chiudere per mancanza di liquidità. Parallelamente, su iniziativa del cav. Gianni Viganò, industriale del settore ottico, fu fondata la Radio Allocchio Bacchini S.r.l., con sede legale in piazza Santa Maria Beltrade 1 e stabilimenti in via Ornato 64 a Niguarda, all'estrema periferia di Milano e viale Abruzzi 4. L'azienda, anche grazie al suo marchio, che ricordava la prestigiosa azienda dell'anteguerra, ebbe una buona presenza nel mercato negli anni cinquanta-sessanta e le sue produzioni comprendevano televisori, radio portatili, giradischi, registratori. A dirigere la nuova realtà fu chiamato il dott. Recla, progettista storico della Allocchio Bacchini & C. il quale chiuse la ABC e assunse il nuovo incarico. Tuttavia, negli anni seguenti l'azienda incontrò delle difficoltà, dovute principalmente alla concorrenza estera, e ciò portò alla chiusura delle sue attività alla vigilia degli anni settanta.

Descrizione mod. 32 CA/G

Descrizione mod. 32 CA/G
Rarissima Allocchio Bacchini mod. 32 CA/G prodotto dalla Bacchini nel 1932. Sino al ritrovamento di questo esemplare si riteneva che questo modello fosse scomparso dal mercato anche perchè è indubbio che ne siano stati prodotti pocissimi esemplari. Non a caso, sulle riviste d'epoca non esistevano locandine pubblicitarie di questa radio ed oggi, ne conosciamo la produzione, grazie ad un depliant pubblicitario dell'epoca che ne fornisce una chiara immagine oltre ad un'accurata descrizione. Dalla forma piuttosto squadrata, l'apparecchio si erge su quattro piedi realizzati a sfera e si accede al vano giradischi mediante l'apertura del coperchio superiore. Posteriormente non montava alcun pannellino di chiusura e, girando l'apparecchio, si accede ad un bellissimo telaio dorato giunto sino a noi in condizioni intonse.
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